Il Mondo di Adriano

I MALI DEL SECOLO

Prefazione di Fernanda Pivano

Ah, questo Adriano Celentano. Se non sembrasse un’esagerazione direi che è il genio del secolo e giuro che non ho mai avuto un biglietto d’invito ai suoi concerti.
Ma la sua biografia e soprattutto il suo elenco discografico sono un esempio di come un artista possa diventare un bolide della scena pubblica. Il bello è che questo avviene senza trucchi; in questo disco “I mali del secolo” si denuncia l’inquinamento, si denunciano le bugie, si denunciano i ricchi, si denuncia la droga, si denuncia la caccia e c’è una specie di poesia d’amore che sposta l’interesse dal pubblico al privato.
Il genio di Celentano risalta nella sua abilità a contenere la sua polemica nella cornice delle passioni umane, naturalmente, vogliamo dire, le passioni della gente. Ma la gente la conosce così bene e non ci si stancherebbe di chiedersi come ha fatto a conoscerla così bene, lui che quando ha inventato il suo mondo era ancora lontano dal pubblico che lo ascolta adesso, entusiasmandosi con ragione delle sue proteste, quale che sia l’esito che possono avere.
A guardarlo negli occhi mentre parla di questi problemi, per lo più travestendoli con l’ironia, c’è da chiedersi che cosa gli si agita nel cuore quando fa denunciare la caccia da un uccellino che “è l’unico rimasto in tutto il mondo”, o fa denunciare la droga da un giovane nostalgico al quale piace volare per poter vedere dall’alto “quel che succede giù”, o fa offrire la denuncia dei ricchi dai poveri più come una denuncia che come un’immagine poetica.
È chiaro che queste cose il pubblico le canta con lui, per lo più un pubblico di migliaia di persone che sarebbero disposte a cantare qualunque cosa scritta da lui; e con ragione, perché è veramente molto raro che lui canti qualche cosa lontano dai sogni del suo pubblico.
È inutile cercare in queste poesie dei principi di ritmo o di rime interne o di regole che probabilmente adesso questo artista senza confini conosce meglio dei teorici, ma a me sembra chiaro che se le ha imparate, non vuole preoccuparsi dell’insegnamento.
Quello che entra nel cuore del suo pubblico e di noi che lo leggiamo è il suo sogno che, chi lo sa, forse non si possa volare in pace con l’aiuto di una siringhetta o il suo sogno che si possano salvare tutti gli uccellini del mondo facendo ascoltare al cacciatore la denuncia della sua realtà.
Ma guardandolo negli occhi, questo poeta del suo tempo, si capisce che la sua ironia è una difesa da minacce di questo mondo crudele e indomabile. Forse resterà lui il più problematico poeta del nostro tempo.
Adriano, se non sei d’accordo non mi badare: l’importante è che tu non debba cambiare.

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Volume 7
Edizione Speciale Corriere della Sera in collaborazione con Clan Celentano
Direzione Editoriale
Claudia Mori e Luisa Sacchi
Categoria
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